Liberiamoci...dall'Ignoranza!!!


Scritture speculari cambia il suo contenuto.
Questo Blog è nato da un'utopistica idea di collaborazione tra studenti ma le priorità sono cambiate.
Perciò ora ho deciso di dedicare questo mio spazio alla libera informazione.
Sebbene sono cosciente del fatto che sono già milioni i blog di questo "stampo" in Italia, non mi importa:
anche io voglio concorrere per la promulgazione di notizie che dai media di regime non avrete mai ..e poi un pò di informazione in più non ha mai fatto male a nessuno, anzi non basta mai!!!

P.S.:Informiamoci perchè è più facile controllare delle teste vuote...


sabato 30 gennaio 2010

VERGOGNA!!!


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lunedì 4 gennaio 2010

Cartoon B

Le Bambolate Russe ovviamente non rispermiano il Burattinaio...



Vi faccio una breve traduzione di ciò che dice anche se neanche servirebbe..

"Lei non ha paura che i rapporti con le donne gli privi della poltrona di Primo Ministro? " Lui risponde: " adesso vi racconterò tutto, cantando però. -ieri siamo andati alla nostra villa, e c'erano le modelle con le mamme , ai ai ai .... -sono andato con le modelle a riposarmi x 1 ora, e i loro papà e mamma sono andati con noi ! ai ai aa ... -ieri dopo aver dormito, ho guardato sotto il letto: c'erano 2 modelle gemelle con la loro mamma! ai ai aaa... -ieri ho dato un'occhiata sotto il cofano della berlina: c'erano 2 modelle e la loro cugina! ai ai aaa.... -dopo sono andato a Palermo a visitare le modelle, no, non ci ritornerò più ... forse! aiai aaa.... -i paparazzi hanno fatto una foto di me con una modella, cominciavo già a togliere i vestiti ... aiaiii aaaa.... - ma non ho gli intrighi romantici con nessuna modella, no, non ne ho! cammino con la fatica, ho già 73!!! aiaiaaaaa... - sono uscito per 1 minuto a comprare un po' di pane, ma quando mi sono ritornato, c'erano già le prostitute nella camera da letto! ai aia .. - a Venezia ho caduto dalla gondola nell'acqua ... i paparazzi mi hanno fotografato ... no, meglio ballerò ... ai ai aaa... - ieri sono andato dietro le quinte a trovare una artista, e ho saputo che ero vecchio e calvo! aiai ... - le italiane con cui non ero in contatto , non ce ne sono più ... ai ai aaaa ....

Di lui ridono tutti e purtroppo ...anche di noi...
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Cartoon B

In un cartone messicano le cantano a Mister B.
Bravi, mi avete tolto le parole di bocca...


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Happy New YEAr 2011

Orbene, eccoci!!!
Un nuovo anno comincia, accompagnato da un alito di freschezza e di speranza per i giorni a venire!
Le vecchie cose, i vecchi problemi, le vecchie discussioni e le lacerazioni dell'anno vecchio sono morti e sepolti come i 365 giorni che ci lasciamo ormai alle spalle.
ooooo finalmente, non se ne poteva più: il vecchio anno era proprio vecchio, il clima negli ultimi mesi ( tra se e ma) era diventato effettivamente pesante; vecchi conflitti, vecchi dissapori stavano rendendoci le giornate asfissianti..ora si riparte belli freschi e sprintosi verso la luce..
E invece no...
calmatevi perchè non è proprio così!
e il primo a darci due belle sberle e a farci riprendere dai nostri sogni di gloria, onde evitare spiacevoli delusioni in seguito, è stato proprio il nostro Capo, e quel che è peggio è che non ci ha dato neanche tempo di arrivarci nel 2010 che già ce l'ha fatto odiare e già ci ha fatto capire che clima avremo respirato nei mesi venturi.
E si perchè con il suo attesissimo discorso di fine anno il Presidente Napoliano aveva fatto belle premesse e promesse,aveva iniziato proprio bene il caro Giorgino: ricorda la crisi economica e si dice preoccupato, ricorda la condizione dei lavoratori italiani e si dice preoccupato, ricorda la spiacevole situazione dei giovani( soprattutto) e si dice preoccupato , ricorda il tormentone del Mezzogiorno e ed preoccupato...bene bene..insomma: un disastro!
E quindi (mi dicevo tra me e me) arriva al dunque?...dai dai...
le Riforme eccoci rullo di tamburi, e Il Presidente della Repubblica Italiana con quel suo fare tutto suo, esordisce parlando delle rifirme sociali, dalla riforma del fisco e del federalismo e poi finalmente la giustizia: il prsidente è cosciente dell'importanza di queste riforme ecco perchè ci tiene a sottolineare che queste riforme non posso essere più bloccatre da PREGIUDIZI PERSONALI...come???
Avete capito??? si si... proprio così:
il nostro affezionatissimo considera quel filo di voce con cui si fa ancora (per poco) opposizione su riforme come processo breve e legittimo impedimento : PREGIUDIZIO PERSONALE.
Premetto di essere sempre stata fiduciosa e rispettosissima delle istituzione soprattutto quando si parla del Capo dello Stato simbolo indiscusso di saggezza ed imparzialità.. ma questa volta Il presidente è stato effettivamente incauto e con quelle sue parole ha dato leggittimazione e ha motivato idee a azioni politiche tutt'altro che giuste e decisamente incostituzionali.
Tanto che qualcuno c'aveva provato a fargli rendere conto di questo ,ma le distanze sono state prese nell'immediato dal partito dell'amore ( che forse aveva aiutato il presidente a stendere il suo discorso) con parole ovviamente amorevoli e dalla sinistra attraverso un portavoce d'eccezione che da tempo ormai fa il portavoce ( e il leccapiedi) del fazione sbagliata ( se sia ambidestro o non sapesse esattamente quale sia la destra e la sinistra lo scopriremo nella prossima puntata di Voyager "Alla ricerca del Violante perduto")...
Che bello...siamo contenti di vedere che non è cambiato nulla...e noi siamo sempre quì un anno in più , un grattacapo in più, meno soldi, meno lavoro, meno risorse, meno tolleranza più negligenza, siamo quì come l'anno scorso, sui tetti nelle strade che tra poco avranno tutti i nomi dei 40 ladroni, a lottare a combattere e ad urlare...perchè ci siamo e non ci si può fare niente...speranzosi e arrabbiati creiamo un nuovo stato, il nostro stato, prendiamo coscienza e agiamo insieme..di nuovo e finalmente..belle prospettive...
Buon 2010...

Ah!Dimeticavo...speriamo che il 2011 sia più roseo..
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mercoledì 30 dicembre 2009

Buon Anno Italiani!!!

Traggo dalle notizie on line de "La Repubblica" questo articolo molto significativo, che suscitra a mio avviso profonda amarezza e rammarico per come effettivamente sono andate e abbiamo lasciato che andassero le cose, nella speranza(forse vana) che l'anno venturo possa essere davvero positivo e che alla soglia del 2011 non si sentirà più dire Purtroppo, ma piuttosto, Finalmente.

Dal 1949 al 2008, dieci presidenti, sessant'anni di messaggi di fine anno dal Quirinale a tutti gli italiani: li abbiamo raccolti qui, mettendo in evidenza le parole più frequenti di ogni discorso, per rivivere il periodo dal dopo guerra ad oggi attraverso quei termini che hanno segnato la nostra storia.

Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica agli italiani è un appuntamento immancabile, nelle case degli italiani, da ormai 60 anni. E ogni 31 dicembre, le parole che escono dalla tv o dalla radio descrivono l'Italia, con le sue paure e le sue speranze. Per questo abbiamo deciso di riprendere in mano quei discorsi uno per uno, dal messaggio di Luigi Einaudi del 31 dicembre 1949 fino a quello di dodici mesi fa di Napolitano, e ne abbiamo analizzato le parole più utilizzate.

GUARDA LO SPECIALE INTERATTIVO AL LINK :http://static.repubblica.it/repubblica/politica/presidenti/index.html


Sono discorsi che fanno rivivere la storia del nostro paese attraverso le parole e i concetti che ne hanno segnato il tessuto culturale e sociale, e che rileggendoli oggi raccontano - anche con una certa nostalgia - un'Italia che non c'è più. Ci sono delle costanti, ovviamente. "Augurio", "anno", "patria", "popolo", "Italia" e "italiani" sono sempre presenti, ma è il resto che descrive e spiega un intero Paese.

Si inizia con i primi, brevi messaggi di Luigi Einaudi in cui si può ritrovare la "tragedia" della guerra, in cui ci sono i "casolari" e i "borghi" dell'Italia contadina, in cui non mancano le "speranze" di un paese che rinasce democratico. Nel 1955 al Quirinale arriva Giovanni Gronchi, nel pieno del boom economico: "progresso", "fiducia" e "lavoro" sono le parole chiave di questi anni. Ed è in questo momento che compaiono e assumono maggior valore termini come "Europa", mentre si discute di Cee e si arriva alla firma dei trattati di Roma.

Antonio Segni tenne due discorsi, nel '62 e nel '63, fino alla malattia che lo costrinse alle dimissioni. Nelle sue parole continua la fiducia nel "progresso" e nello "sviluppo", e nel discorso del 1963 si legge il "commosso pensiero" per la scomparsa di Papa Giovanni XXIII e per l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy.

La seconda metà degli anni '60 è segnata dall'incrinarsi del boom economico e dalla guerra del Vietnam. Così nei messaggi di fine anno di Giuseppe Saragat compaiono sempre più importanti le parole "lavoro", "disoccupazione" e "pace". Nel '67 la Comunità Europea si allarga, e con la "Gran Bretagna" si arricchisce di nuove risorse e importanza. "Lavoratori", "operai", "violenza" segnano il messaggio augurale del 31 dicembre '69, al termine dell'autunno caldo e dopo la strage di Piazza ontana.

Il settennato di Giovanni Leone è nel segno delle difficoltà economiche e del terrorismo, come segnalato dal ripetersi delle parole "crisi" e "sicurezza". Con Sandro Pertini compaiono per la prima volta nel messaggio di fine anno i termini "P2" ('81), "mafia", "camorra" ('82); e ritorna con forza maggiore la parola "terrorismo". Senza dimenticare che la parola chiave per Pertini fu "giovani": solo "italiani" e "popolo" furono ripetute più frequentemente nei suoi messaggi.

Si corre veloce nei ricordi, verso la seconda metà degli anni ottanta e la presidenza di Francesco Cossiga, al tramonto della Guerra Fredda e della prima Repubblica. Nell'89 le parole più importanti non possono che essere "Europa", "Est" e "Libertà". Poi gli anni di Oscar Luigi Scalfaro, degli scandali, di Tangentopoli e della nascita della seconda Repubblica: in primo piano i "partiti", il "parlamento", la "politica" e le "responsabilità".

Con Carlo Azeglio Ciampi, eletto nel 1999, si chiude il "secolo" e, visto il quadro internazionale, alla ribalta tornano i termini "mondo", "pace", "fiducia". Siamo ai giorni nostri: nei discorsi di Giorgio Napolitano è la "crisi" a farla da padrone, accompagnata da "lavoro", "politica", "istituzioni". Con un avverbio dominante, "ancora": quasi a sottolineare che la speranza di una società migliore non è alle nostre spalle. Sono queste le parole chiave di questi anni, che fra mezzo secolo racconteranno ai nostri nipoti qualcosa dei sentimenti e della vita dell'Italia di oggi.

Auguri.

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INCIUCI


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martedì 29 dicembre 2009

La lettura di oggi:Cuore, a volte le parole più semplici sono anche le più belle

Oggi voglio proporre la lettura del Capitolo "IL RAGAZZO CALABRESE" tratto dal libro Cuore di Edmondo de Amicis...
molto significativo.

22, sabato

Ieri sera, mentre il maestro ci dava notizie del povero Robetti, che dovrà camminare con le stampelle, entrò il Direttore con un nuovo iscritto, un ragazzo di viso molto bruno, coi capelli neri, con gli occhi grandi e neri, con le sopracciglia folte e raggiunte sulla fronte, tutto vestito di scuro, con una cintura di marocchino nero intorno alla vita.

Il Direttore, dopo aver parlato nell'orecchio al maestro, se ne uscì, lasciandogli accanto il ragazzo, che guardava noi con quegli occhioni neri, come spaurito. Allora il maestro gli prese una mano, e disse alla classe:

- Voi dovete essere contenti. Oggi entra nella scuola un piccolo italiano nato a Reggio di Calabria, a più di cinquecento miglia di qua. Vogliate bene al vostro fratello venuto di lontano. Egli è nato in una terra gloriosa, che diede all'Italia degli uomini illustri, e le dà dei forti lavoratori e dei bravi soldati; in una delle più belle terre della nostra patria, dove son grandi foreste e grandi montagne, abitate da un popolo pieno d'ingegno, di coraggio. Vogliategli bene, in maniera che non s'accorga di esser lontano dalla città dove è nato; fategli vedere che un ragazzo italiano, in qualunque scuola italiana metta il piede, ci trova dei fratelli.

Detto questo s'alzò e segnò sulla carta murale d'Italia il punto dov'è Reggio di Calabria. Poi chiamò forte:

- Ernesto Derossi! - quello che ha sempre il primo premio.

Derossi s'alzò.

- Vieni qua, disse il maestro.

Derossi uscì dal banco e s'andò a mettere accanto al tavolino, in faccia al calabrese.


- Come primo della scuola, - gli disse il maestro, - dà l'abbraccio del benvenuto, in nome di tutta la classe, al nuovo compagno; l'abbraccio dei figliuoli del Piemonte al figliuolo della Calabria.

Derossi abbracciò il calabrese, dicendo con la sua voce chiara: - Benvenuto! - e questi baciò lui sulle due guancie, con impeto. Tutti batterono le mani.

- Silenzio! - gridò il maestro, - non si batton le mani in iscuola!

Ma si vedeva che era contento. Anche il calabrese era contento. Il maestro gli assegnò il posto e lo accompagnò al banco. Poi disse ancora:


- Ricordatevi bene di quello che vi dico. Perché questo fatto potesse accadere, che un ragazzo calabrese fosse come in casa sua a Torino e che un ragazzo di Torino fosse come a casa propria a Reggio di Calabria, il nostro paese lottò per cinquant'anni e trentamila italiani morirono. Voi dovete rispettarvi, amarvi tutti fra voi; ma chi di voi offendesse questo compagno perché non è nato nella nostra provincia, si renderebbe indegno di alzare mai più gli occhi da terra quando passa una bandiera tricolore.


Appena il calabrese fu seduto al posto, i suoi vicini gli regalarono delle penne e una stampa, e un altro ragazzo, dall'ultimo banco, gli mandò un francobollo di Svezia.
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